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Ritrovamento e studio di una galleria di mina

 
  Sigla sito   08LO/003
       
  Denominazione   Galleria di mina nel borgo murato
       
  Anno ritrovamento   2008
       
  Anno intervento   2008
       
  Luogo   via Marchesino
       
  Località   piazza Corlo
       
  Comune   Lonato (BS)
       
  Macro età   Medioevo
       
  Età archeologica   Età bassomedioevale
       
  Periodo   -------------------
       
  Tipologia sito   ambiente sotterraneo
       
  Tipo struttura archeologica   Galleria di mina
       
  Tipo reperto   --------------------
       
  Materiale reperto   --------------------

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interno del cunicolo
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  01/09/2015  
La galleria di mina nei pressi di piazza Corlo a Lonato - Vai alla scheda La galleria di mina nei pressi di piazza Corlo a Lonato  
 
------ Il ritrovamento è avvenuto nella primavera 2008 nel corso dell’esecuzione di uno sbancamento pertinente la ristrutturazione ed il recupero di un edificio rustico posto nel centro storico del paese, all’angolo fra piazza Corlo e via Marchesino. La notizia ci è pervenuta però solo nel giugno del medesimo anno in seguito alla segnalazione di un socio del Gruppo archeologico di Montichiari che passando vicino al cantiere aveva notato questa grande e strana apertura nella scarpata tagliata e regolarizzata dal mezzo meccanico. L’area interessata dai lavori era addossata alla cinta muraria del borgo medioevale ed era probabilmente posta all’interno dell’antico fossato difensivo che cingeva la cortina che in questo punto risaliva per seguire il profilo di una collinetta e ridiscendere subito dopo verso porta Corlo. La prima impressione ci suggerì che potesse essere la sezione di un cunicolo simile a quello ritrovato in castello a Montichiari nel 1975, stimolati da questo pensiero abbiamo deciso di verificare la natura del manufatto prendendo prima accordi con la gestione del cantiere e poi con la Soprintendenza Archeologica della Lombardia per la direzione scientifica. Indossata l’attrezzatura da speleologo ci siamo subito preoccupati di verificare la solidità delle pareti del cunicolo che corre all’interno del ceppo morenico della collina, un conglomerato argilloso che rimane molto compatto se protetto dagli sbalzi termici dell’esterno. Entrando abbiamo constatato che, a causa delle vibrazioni provocate dal movimento in superficie dello scavatore dell’impresa esecutrice dei lavori, si era staccato uno strato della volta spesso 15 cm per i primi 5 mt., per il resto la situazione appariva ormai stabilizzata per cui si è proceduto all’osservazione interna ed ai rilievi. La sezione della galleria era alta mediamente 170-180 cm, larga 100-140 cm, il percorso era lungo complessivamente 25 mt e copriva un dislivello totale di 1,5 mt. c.a, in salita entrando nel Borgo. Due metri dopo l’attuale imbocco, la galleria girava verso est di 48° per incontrare perpendicolarmente, 5-6 mt. più in profondità, la linea delle fondamenta della cortina muraria passata la quale, dopo circa un metro, girava di 90° verso nord e correva parallela a quest’ultima per 6 mt. c.a. Il cunicolo, che in origine continuava in direzione di porta Corlo, attualmente è ostruito da una fase di crollo che deve essere accaduta non molti anni or sono a giudicare dalla natura degli oggetti contenuti nel materiale fluito. La carta catastale infatti ci segnala in quel punto un vano sotterraneo la cui costruzione o allargamento potrebbe essere la causa di questa interruzione. La galleria possiede le stesse caratteristiche costruttive e dimensionali del cunicolo dell’antica rocca di Montichiari che, diviso a y in due rami, si conserva per una lunghezza complessiva di 50 mt. ed è fortemente condizionato nel suo percorso dalla posizione della cortina muraria come questo di Lonato. Nel caso di Montichiari, nel 1997, il Gam accertò che la galleria era stata costruita partendo dall’esterno delle mura della lizza, entrambi i rami raggiungono la prima cerchia difensiva della rocca, uno è attualmente chiuso da un crollo mentre il secondo presenta ancora i segni delle picconate degli assalitori nella parete morenica terminale. Sempre per il tunnel della rocca monteclarense tutti i dati a disposizione sono congruenti con la natura di una galleria di mina, molto probabilmente utilizzata dagli assalitori per far breccia nella cortina muraria ipotizzando, nell’assenza di evidenze, una data di utilizzo anteriore al XV sec.. Le medesime conclusioni ci sentiamo di formulare per questo cunicolo di Lonato per il quale comunque vanno approfondite le conoscenze documentarie ed archeologiche per una ricostruzione verosimile dell’apparato difensivo attorno alla porta Corlo nel periodo medioevale. Nel progetto di ristrutturazione dell’edificio era previsto il mantenimento dell’accesso al tunnel tramite una porta, partendo dall’interno del giardino privato. Nella storia la costruzione di gallerie di mina è una tecnica di guerra che ha origini antichissime, essa fu ampiamente utilizzata dai romani come è documentato, ma lo è tutt’oggi se pensiamo alla ragnatela di cunicoli costruita dai palestinesi a Gaza allo scopo di colpire le postazioni delle guardie israeliane. In occidente la polvere da sparo cominciò ad essere utilizzata verso la fine dell’età medioevale, fino ad allora le macchine d’assalto, durante gli assedi delle città e delle roccaforti, erano costrette ad avvicinarsi alle mura nella consapevolezza del rischio di subire gravi perdite, in termini di soldati e di attrezzature, ad opera dell’esercito nemico. La costruzione di gallerie di mina, ovviamente là dove il terreno non fosse roccioso, permetteva di ridurre i tempi dell’assedio e con gli opportuni accorgimenti giungere sotto le mura o sotto una torre scudata senza che il nemico se ne potesse accorgere. Raggiunte le mura difensive il tunnel si allargava in un ambiente ampio il cui soffitto era sostenuto da una trama di puntelli che venivano a loro volta immersi in un materiale facilmente incendiabile come la legna secca, il grasso, la resina, ecc.. Una volta prodotto l’incendio questi divorava in poco tempo le travature di sostegno della volta dell’ambiente sotterraneo che collassando causava il crollo delle mura sovrastanti permettendo agli assedianti di entrare attraverso la breccia così creata. In alternativa si potevano costruire più tunnel in contemporanea per confondere gli assediati e sbucare poi direttamente in qualche punto della città murata. (P.C.)
   

 
   
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