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Giornale di Brescia

 - Giornale di Brescia

01/05/2019

Una storia iniziata nell' ottavo secolo, ora San Giorgio diventa di tutti.


La famiglia Varoli ha donato l'importante proprietà al Comune, che voterà se accettarla.

 

Un grande donazione, dal valore storico-culturale inestimabile, potrebbe presto incrementare le proprietà del Comune e di tutta la comunità monteclarense: la famiglia Varoli ha espresso la sua volontà di donare all' ente l'area di san Giorgio Alto, che comprende anche i resti della Chiesa omonima di epoca longobarda, con cripta triabsìdata, nonché il terreno immediatamente attorno. L'intenzione è stata manifestata formalmente in un documento depositato al protocollo alla fine di marzo. Per accogliere la donazione tra le proprietà serve però l'approvazione del Consiglio comunale e quindi si deve attendere la fine della corsa elettorale e il parere della nuova formazione consiliare. Gratuito. «È un'iniziativa spontanea che non ha alcuna contro partita economica o urbanistica», specifica il sindaco Mario Fraccaro: un regalo quindi. Sul cucuzzolo del colle san Giorgio, la Chiesa - che è la più antica di Montichiari e tra le più antiche della provincia- sorge inglobata in un cascinale abbandonato. Grazie al lavoro encomiabile del Gruppo archeologico (Gam) , presieduto da Paolo Chìarìni, è stato possibile ricostruire in parte la lunga storia dell' edificio religioso bisognoso di restauro e del sito. In un periodo successivo la fondazione, fatta risalire al tardo VIII secolo, diventa pertinenza di un monastero dedicato al santo, che si trovava al piede sud-ovest del colle. Dopo Napoleone, la proprietà, terreni agricoli compresi, passa prima al demanici e poi a vari privati e affittuari che vi costruiscono a ridosso edifici, erigendo di fatto un rustico: la Chiesa diventa quindi parte di una vera e propria azienda agricola composta da stalla, fienile e casa del contadino e, per un periodo, è utilizzata come ricovero degli animali e dei macchinari; la cripta invece era adibita probabilmente a cantina. Il Gam, con la Soprintendenza, attraverso scavi condotti nell' area esterna, ha portato alla luce sepolture anteriori al XIV secolo, a cui si aggiungono necropoli longobarde scavate nei paraggi.

Cultura. È evidente dunque quanto il sito sia rilevante, quanto possa ancora svelare e quanto sia arricchente culturalmente la decisione dei Varolì: «Qualora la donazione venga accolta sarà necessario dare vita a un ente che reperisca fondi per la ristrutturazione - spiega l'assessore alla Cultura, Basilio Rodella -. La volontà sarebbe quella di inserire l'area in un circuito archeologico, munito di percorsi ciclopedonali, che comprenda anche il museo Past; il sogno, invece, quello di creare una sorta di parco archeologico, in stile Archeopark, ma ovviamente dedicato ai Longobardi, così da valorizzare la donazione sul fronte didattico». Donazione importante non solo a livello culturale e turistico, ma anche urbanistico: nella zona di Montichiari in questione non ci sono fabbricati, «istituire in quel punto un sito di rilevanza culturale - conclude Rodella - significherebbe anche proteggerla a livello paesaggistico e ambientale».

 


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